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"Dokaben" Mister Baseball (1) di Mizushima Shinji

Nonostante l'avvento del calcio gli abbia sottratto una parte cospicua della popolarità di cui godeva negli anni '90, il baseball rimane lo sport principe in Giappone e continua a dominare il panorama dei manga di genere sportivo. 

Questo perché il baseball offre qualcosa di unico rispetto alle altre discipline sportive. Non si tratta soltanto di una partita tra due team, ma è soprattutto il confronto infinito tra il lanciatore e i battitori, un duello intenso che premia la calma e il sangue freddo. 

Per i giapponesi, l'esito di questa sfida equivale a una questione di vita o di morte e tiene gli spettatori col fiato sospeso fino all'ultimo lancio. Non si tratta soltanto di sconfiggere l'avversario ma anche di vincere la sfida contro le proprie debolezze. Se da un lato vige l'importanza del lavoro di squadra e della solidarietà tra compagni, dall'altro si gioca molto sull'eccellenza individuale. 

Uno dei manga più famosi sul baseball, "Dokaben" (in Italia, "Mister Baseball") di Mizushima Shinji, ha come protagonista non un lanciatore, ma nemmeno un battitore, bensì un ricevitore.



In Giappone, moltissimi appassionati di baseball di tutte le età conoscono il manga "Dokaben". 

"Dokaben" possiede le caratteristiche ideali per farsi apprezzare dagli sportivi giapponesi perché rispecchia i loro valori etici. Si va dall'importanza delle relazioni umane all'interno del gruppo alla cultura dell'allenamento come elemento indispensabile per la crescita fisica e mentale dei protagonisti. 

"Dokaben" è un manga che esalta la concentrazione, la prontezza di riflessi, la perseveranza, la dedizione e la lealtà, la percezione e la logica. Abbraccia in tutto e per tutto il termine "konjō", che è la combinazione delle parole "kon" (determinazione) e "jō" (emotività o sentimento). Il "konjō", un concentrato di forza di volontà e di spirito combattivo, è la peculiarità dei protagonisti di "Dokaben".



La serie "Dokaben" è popolata da una moltitudine di personaggi molto ben caratterizzati, in particolar modo gli avversari del protagonista Yamada Tarō. Il liceo Meikun si scontra con scuole provenienti da tutto il Giappone, i cui giocatori si esprimono nel proprio dialetto e ben rappresentano i canoni tipici della loro terra d'origine. 

Resta il fatto che, a differenza di altri manga legati al baseball, come "Touch" o "H2", dopo una prima saga transitoria incentrata sullo jūdō, "Dokaben" offre poco spazio alle vicende extra sportive e talvolta la narrazione di un'unica partita supera il volumetto intero. Si tratta di una serie digeribile solo per veri "otaku" del baseball. 

Il manga venne pubblicato tra il 1972 e il 1981 in 48 volumi e fu completato idealmente da un'appendice che durò dal 1983 al 1987, intitolata "Dai Kōshien" ("Il grande Kōshien"). Quest'opera, divisa in 26 volumi, raccoglie non solo i personaggi della serie originale di "Dokaben", ma anche quelli delle altre opere precedenti di Mizushima. 



L'autore decise infatti di aggruppare tutti i suoi personaggi in un'unica storia, che culminò in un epico grande Kōshien finale. Mizushima volle concludere la saga scolastica di Yamada Tarō nello stadio dei sogni per stabilire una volta per tutte chi fosse il migliore tra i suoi personaggi. Ma la vera impresa fu convincere due importanti case editrici come Shōgakukan e Kōdansha, che detenevano i diritti di alcune sue opere, a collaborare con la rivale Akita Shōten, che aveva i diritti di "Dokaben". 

In un'opera successiva, "Dokaben Pro yakyū hen" ("Dokaben, saga del baseball professionistico"), serie pubblicata dal 1995 al 2003, Yamada Tarō e gli altri personaggi si diplomano al liceo e vengono scelti dalle varie squadre della lega professionistica giapponese. Si conclude così la saga scolastica e prende il via la saga adulta del manga.

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