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One Shot "ROOKIES, Il proseguo del sogno" (2) di Morita Masanori

La vignetta che raffigura Aniya con l'uniforme degli Hanshin Tigers mi fa esclamare: " Sasu ga, Morita sensei! " (c'era da aspettarselo dal sensei Morita!), cioè da un tifoso sfegatato delle Tigri come lui. Magari avrebbe potuto disegnare l'uniforme in modo più preciso. Mi domando se per caso non ci sia di mezzo qualche recente restrizione, legata allo spinoso discorso dei diritti, sul fatto di poter disegnare l'uniforme ufficiale. Che sia rischioso disegnare un numero su un'uniforme che potrebbe ricondurre a un giocatore reale? Ragioni di copyright? Chissà. Tempo fa avevo letto da qualche parte che solo il sensei Mizushima Shinji poteva disegnare le casacche originali dei professionisti senza chiedere alcun permesso ai ripettivi team. Un altro paio di considerazioni: "ROOKIES, il proseguo del sogno" è una storia rattoppata, con qualche lacrimone e qualche sgangherata, ma che ripropone le sue tipiche trovate e soprattutto i mitici primi piani del

One Shot "ROOKIES, Il proseguo del sogno" (1) di Morita Masanori

" ROOKIES, yume no tsuzuki " ("Rookies, il proseguo del sogno"), un "bangaihen" (storia supplementare) che uscì nel 2009, in occasione del trentennale della rivista che lo ospitava. Si tratta di un numero che conservo e che avrebbe dovuto chiarire il destino dei vari bad boys del Nikogaku. A dire il vero Morita Masanori si impegnò anche più del dovuto, ma non gli si potevano chiedere i miracoli con soltanto una cinquantina di pagine a disposizione. Il risultato fu una specie di breve contentino, soprattutto per i fan più sfegatati come il sottoscritto.  Un contentino che, tuttavia, mantenne fede ai gustosi aspetti di clichè sportivo-culturali tipici del baseball liceale. Splendidi alcuni scorci del dopopartita al Kōshien, con i giovani atleti in piedi sullo scranno durante le interviste, i giornalisti e gli scout agli allenamenti delle scuole più famose, le fasi del draft seguite dalla palestra della scuola, tutte situazioni tipiche del baseball liceale ch

"Ashitsuribaka Nisshi" di Adachi Mitsuru

Adachi Mitsuru graffia anche in tempi di Covid con una storia breve e un po' nostalgica. Otto pagine sul mensile "Gessan" di settembre 2020, a sostegno dell'interruzione forzata di "MIX", il suo ultimo manga. Peccato per la brevità della storia e la mancanza di una trama, ma l'iniziativa è sincera e non manca qualche momento azzeccato. Purtroppo è una storia "settoriale", non per tutti. Mi scuso per la pomposità delle virgolette, ma alcune vignette presentano dei particolari che sfuggono al lettore privo di un certo background. Già dal titolo, " Ashitsuri baka nisshi ", si evince la passione di Adachi per il "rakugo" e i suoi giochi di parole.  Premesso ciò, la lettura richiede un'introduzione per comprendere le battute "tecniche". Partiamo dal titolo, "Ashitsuri baka nisshi". Adachi si rifà al celebre manga "Tsuribaka nisshi" ("Diario di un patito della pesca"), che risale al 1979