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Il fenomeno yutori e il baseball scolastico (seconda parte)

Il termine yutori è rimasto nell'immaginario collettivo e viene ancora oggi usato in modo polemico o autoironico per descrivere atteggiamenti rilassati o poco competitivi.
La filosofia yutori influenzò il modo di comunicare, introducendo un approccio più rilassato, informale e a volte ironico - l'esatto opposto dello stile rigido, quasi marziale che caratterizzò gli anni '70 e '80. Diede origine a un'estetica yurui (morbida, allentata), che ritroviamo in molti personaggi dolci e passivi degli anime e dei manga, spesso rappresentati in modo satirico o malinconico. Questi giovani personaggi appaiono "troppo rilassati" se confrontati con i loro colleghi senior di stampo Showa, decisamente più rigidi e determinati.


Manga sportivi come specchio sociale
Come rappresentarono i manga sportivi - in particolare quelli sul baseball - i cambiamenti sociali e scolastici in rapporto all'epoca yutori? Questo binomio risulta particolarmente interessante perché il baseball è lo sport scolastico per eccellenza e riflette spesso la tensione tra disciplina rigida, spirito di squadra, ambizione e fatica.
I manga sul baseball, soprattutto quelli ambientati in ambito scolastico, sono sempre stati un potente specchio della cultura giapponese. Dal modello del sacrificio assoluto degli anni '70 e '80, si passò gradualmente - specialmente sull'onda dello yutori - a una maggiore attenzione al benessere psicologico, ai sentimenti e alla pressione individuale, pur senza abbandonare l'ideale del miglioramento attraverso lo sport.

Evoluzione temporale: dai rigori Showa alla flessibilità Heisei
Ho provato a tracciare una linea del tempo - sintetica ma significativa - mettendo in relazione i manga sul baseball con l'evoluzione scolastico-culturale, con particolare attenzione al fenomeno yutori:

Anni '60-'70: l'era del sacrificio 
Contesto caratterizzato da scuole rigide ed educazione basata su disciplina e competizione. Gli studenti vivevano sotto forti pressioni accademiche e sociali.
Esempio emblematico: Kyojin no Hoshi” (Tommy, la stella dei Giants, del 1966). Questo manga simboleggia il sacrificio assoluto per la gloria sportiva. Elementi di spicco furono il padre autoritario e gli allenamenti disumani. La chiave culturale è: il giovane eroe è chi soffre per il successo. Nulla profumava di yutori nel Giappone pre-boom economico.


Anni '80: la transizione 
"Touch" (Prendi il mondo e vai, 1981-1986) di Adachi Mitsuru rappresenta perfettamente questa fase di passaggio. Pur essendo pre-yutori, ne anticipa i temi:
- Primi dubbi sul modello educativo autoritario
- Critiche alla pressione scolastica
Centralità delle emozioni oltre la semplice vittoria
Protagonisti realistici, fragili, spesso silenziosi
"Touch" mostrò adolescenti che non vivevano solo per vincere, ma anche per crescere ed emozionarsi. Nato prima dello yutori“Touch” ne anticipò lo spirito. Mostrò come la pressione esterna (famiglia, scuola, sport) venisse interiorizzata da giovani meno idealisti, più disillusi e in cerca di una propria identità per sopravvivere alla società dell'epoca.
Inoltre, Adachi intuì che il modello del sacrificio cieco non bastava più, approcciando in modo innovativo temi come responsabilità e talento. Disegnò un manga che anticipò i tempi del disagio esistenziale adolescenziale e in questo senso dialogò con le tematiche che emergeranno con lo yutori.


Fine anni '80 - primi '90: crisi e cambiamento
Con il deflagrare della bolla economica (il cosiddetto ushinawareta jūnen, il decennio perduto), emersero:
Fenomeni di rifiuto scolastico (futōkō)
Aumento del bullismo
Discussioni sulla necessità di riformare il sistema educativo
Crisi e il lungo periodo di stagnazione economica aumentarono il senso di smarrimento e il bisogno di cambiamento. Fu a questo punto che iniziò a delinearsi l'ombra dello yutoriSi discusse seriamente la necessità di riformare il sistema educativo, per alleggerire il carico eccessivo che gravava sulle spalle dei ragazzi. 

Anni 2000: l'era dello yutori.
Il 2002 segnò l'inizio formale della yutori kyōiku. Obiettivi principali: allentare lo stress e stimolare la creatività degli studenti. Ricordo ancora le proposte rivoluzionarie che caratterizzarono quel periodo:
- Settimana scolastica di 5 giorni
- Riduzione delle ore di lezione
- Eliminazione di contenuti "difficili"
Avrebbero attecchito in una società come quella giapponese? All'inizio lo fecero, ma dopo pochi anni generarono il caos suscitando forti critiche per il calo del livello scolastico.
In ambito manga, "Ookiku Furikabutte" (2003) rappresenta perfettamente questo periodo: protagonista timido e ansioso, coach empatico, zero autoritarismo. “Ookiku Furikabutte” è un manga yutori a tutto tondo.


"Rookies" (1998-2003): un ponte generazionale
Merita una menzione speciale "Rookies", che concluse la sua serializzazione proprio all'alba dell'era yutori. L'opera presenta un professore idealista che guida una squadra di teppisti attraverso l'umanità anziché con il pugno di ferro, offrendo una risposta alternativa alle carenze del sistema educativo moderno: la semplice riduzione dello stress non basta, servono nuovi valori fondati sull'empatia.
La trama ruota attorno a temi cruciali: il recupero sociale attraverso lo sport, un'educazione non convenzionale, il potere trasformativo dello spirito di squadra.
L'approccio del professor Kawato si distingue per i metodi poco ortodossi ma passionati. In poche parole, una pedagogia basata sulla comprensione più che sull'imposizione, a testimoniare la vicinanza agli ideali post-yutori.
La serie, inoltre, cattura con maestria lo scontro generazionale,  la gestione del talento e la solitudine adolescenziale.
"Rookies" si configura così come una delle opere più rappresentative della transizione da una cultura scolastica autoritaria a un modello più aperto e inclusivo, anticipando molte delle tematiche che diverranno centrali nel dibattito educativo successivo.


Il dopo-yutori: bilanci e eredità
Superato il primo decennio del nuovo millennio e domato lo tsunami dello yutori, il Giappone avviò una complessa opera di riequilibrio del sistema educativo. Con la fine ufficiale della yutori kyōiku nel 2011, si assistette a un ritorno a un'istruzione più rigorosa, ma arricchita da due elementi alquanto "moderni": lo sviluppo dell'autonomia studentesca e una maggiore attenzione alla sfera emotiva.
Questo nuovo approccio ibrido trovò riscontro nei manga sportivi dell'epoca: "Ace of Diamond" e "Battery" incarnarono perfettamente questo dualismo. Infatti, mantennero la tradizionale enfasi sulla sfida e sull'allenamento rigoroso e introdussero però una rinnovata attenzione alla psicologia dei personaggi.

Bilancio di un esperimento controverso
La yutori kyōiku resta una delle più significative - e controverse - riforme educative del Giappone moderno. Nata con l’intento di liberare gli studenti dall’eccessiva pressione scolastica, portò con sé risultati contrastanti: se da un lato tentò di favorire la riduzione dello stress studentesco, dando maggiore spazio all'individualità e stimolando la creatività, dall'altro provocò il calo delle competenze di base di un'intera generazione percepita come "poco competitiva" con le conseguenti polemiche sull'efficacia del metodo

Questioni aperte
Fu dunque un fallimento annunciato? La risposta rimane dibattuta. Quel che è certo è che l'eredità dello yutori ha lasciato un segno profondo nel sistema educativo e continua a influenzare il dibattito pedagogico. Inoltre, rappresenta una "cicatrice generazionale" ancora visibile.
Il Giappone ha così dimostrato come anche una società tradizionalmente rigorosa possa mettere in discussione i propri modelli educativi, pagando però il prezzo di un esperimento i cui effetti divisivi permangono nell'immaginario collettivo.
Una ferita che rimarrà sempre aperta, una macchia indelebile che sporcò una generazione.

Infine, un avvertimento importante quando si discute di yutori: evitare la facile ironia.
Se, per esempio, un interlocutore di una certa età, diciamo un sessantenne, esprimesse posizioni drastiche ("Con lo yutori ci stavano rovinando il Paese!"), meglio evitare risposte sarcastiche come: "Eh già, fu lo yutori a rovinare tutto. Che nostalgia quando gli studenti erano bravi robottini con le occhiaie..."
Perché, ecco, c'è il rischio concreto che qualcuno potrebbe offendersi... 



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