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"Superdog Black" (2)

Il casting di Superdog Black

Il pastore tedesco che interpretò il ruolo di Karl si chiamava Jill, era un cane talentuoso e intelligente e si guadagnò subito la sua fetta di popolarità. L'esemplare venne selezionato tramite un'audizione alla quale parteciparono la bellezza di trecento cani lupo.



Il regista Yuasa Noriaki (che tre anni prima aveva diretto il tokusatsu "Denjin Zabōgā", da noi "Zabogar, l'uomo elettrico"), ebbe l'ultima parola sul cane da scegliere. Ma non fu in grado di farlo perché, a suo modo di dire, era troppo commosso dall'entusiasmo mostrato dai cuccioloni. Evidentemente il regista aveva un cuore tenero e non se la sentiva di escludere nessuno dei cani.

Alla fine, la produzione si affidò all'occhio esperto dello staff del "Centro addestramento cani poliziotto di Sudō" della vicina prefettura di Tochigi. Il Centro, una volta terminata la serie (potenza della televisione), divenne un rinomato punto di riferimento a livello nazionale per gli appassionati e gli allevatori di cani. Quando, alcuni mesi dopo, il regista Yuasa venne invitato a visitarlo, pare che i poliziotti vi addestrassero la bellezza di quaranta cani lupo.

Servivano ovviamente delle controfigure e perciò venne scelto un terzetto canino che comprendeva il fratellino, la sorellina e il cuginetto di Jill, tutti provenienti dalla stessa cucciolata e molto somiglianti tra loro. La sorellina, praticamente identica a Jill, venne utilizzata come prima controfigura, mentre i due esemplari maschi vennero usati nelle riprese più dettagliate e nelle scene che prevedevano azioni come aggredire lo stuntman o annusare una pista. Quattro cani lupo, tra cui una femmina, ognuno specializzato in un ruolo diverso.



Fino alla fine del programma nessuno dei non addetti ai lavori si accorse che la produzione stava utilizzando più di un cane. Inutile dire che Jill e compagnia erano trattati coi guanti bianchi. Le pappe erano a base di latte fresco e carne di alta qualità, un alimento che nel Giappone del 1977 era piuttosto caro, soprattutto in un paese che ancora preferiva il pesce. 

Pare che gli alimenti fossero conservati in appositi icebox da campo che dovevano essere sempre disponibili per l'evenienza. Sempre stando ai ricordi del regista, i cani mangiavano decisamente meglio di tutto lo staff. Nei corso dei mesi, gli animali patirono inevitabilmente un certa dose di stress. Quando la leader Jill soffrì per un esaurimento nervoso e perse peso perché non riusciva ad alimentarsi bene, la sorellina lo sostituì fino a quando non si riprese.

Commenti

  1. Ci faresti un post sul Koshien e la scuola coreana? 🙏

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  2. Ciao, innanzitutto, grazie per il messaggio (il primo che ho ricevuto da quando ho trasferito qui il blog). Un post su questo argomento non saprei come articolarlo... ti posso scrivere qualche notizia spicciola che ho recuperato in questi giorni dai quotidiani.
    La "scuola coreana"... immagino ti riferisca al Kyōto Kokusai che ieri ha vinto per la prima volta il Kōshien. Ieri ho visto la finale in diretta alla NHK ed è stata una bellissima partita, molto combattuta, come non se n'erano viste in questi ultimi anni.
    Avrebbe potuto spuntarla benissimo il Kantō Daiichi di Tōkyō, immagino per la gioia della maggioranza degli spettatori neutrali. Invece, al tie-break, l'hanno spuntata gli altri.
    Alla fine di ogni partita, in effetti, ascoltare l'inno in lingua coreana (sottotitolato in giapponese) della scuola vincitrice ha fatto un certo effetto. Ma tant'è...
    Ormai il Kyōto Kokusai è di nome e di fatto un'international school, equiparabile ai tanti colleghi di matrice cristiana che attirano molti studenti (e soprattutto studentesse) invogliati da quell'immagine mistico-aristocratica che trasmette un college di stampo europeo. Al Kyōto Kokusai di coreani ormai ce ne sono pochi, gli studenti sono quasi tutti giapponesi e di coreano spicca il simbolo rossoblu nella bandiera. A proposito, il design della lettera "kappa" rossa di Kyōto sul cappellino della squadra di baseball ricorda molto quello della nazionale coreana.

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    1. Grazie per il report :)

      Tra l’altro è anche la prima volta da più di 50 anni che vince una scuola della prefettura di Kyoto.

      E sì, è particolare sentire l’inno coreano al Koshien.

      Betto.

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  3. Eh, già. Pur essendo una prefettura in orbita Kōshien, Kyōto ha spesso dovuto passare passato la mano agli squadroni del Kansai (Osaka soprattutto, poi Kōbe e Wakayama).
    Quando penso a Kyōto al Kōshien, mi vengono in mente i licei Heian, il Toba, il Gaidai Nishi... Ma quello che mi è sempre rimasto più impresso fu il liceo Seishō, che arrivò in finale nell'estate del 1998, poi persa per 3-0.
    Ma si trattò di una finale dall'esito già scritto. Il fatto è che il Seishō si trovò di fronte l'ingiocabile lanciatore di Yokohama Daisuke Matsuzaka, il "mostro dell'era Heisei", che infatti, l'anno successivo, diciottenne, venne subito reclutato dai professionisti.
    Ricordo che vidi la finale in TV e ti assicuro che all'epoca tutti i mass-media erano concentrati soltanto sul gioiello di Yokohama (che aveva vinto pure il Senbatsu di Primavera). Matsuzaka era reduce da un quarto di finale e da una semifinale che aveva praticamente vinto da solo.

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