Passa ai contenuti principali

"Superdog Black" (1)

Per un attimo avevo creduto che si trattasse di uno dei soliti scherzi della memoria. Tanto più che, per ovvi motivi di copyright, pensavo che una produzione non si arrischiasse a utilizzare i brani strumentali di un'altra serie. Eppure ero sicuro di aver ascoltato l'armonica del brano "Dare ka kaze no naka de" (la colonna sonora del telefilm "Monjirō samurai solitario) suonare in un altro telefilm. O forse era un cartone? O uno sceneggiato?

È piacevole rimuginare sforzandosi di ricordare qualche particolare delle vecchie serie, tentando di ricostruirli come se la memoria fosse un puzzle, una tessera dopo l'altra. Eppure stavolta, per quanto mi sforzassi, non riuscivo ad associare quella musichetta a un'immagine nota. Poi è arrivato lo spunto decisivo che mi ha fatto esclamare "Superdog Black"!



Il telefilm "Keijiken Kāru" ("Karl, il cane detective"), in Italia conosciuto come "Superdog Black", non l'avevo più incrociato in televisione dalla fine degli anni '90, credo. Ne ho approfittato per rinfrescare la memoria riguardando alcune puntate su canali dedicati ai vecchi telefilm, sia in italiano che in giapponese. 

Risolta la questione del motivetto, sempre più incuriosito, ho cercato qualche altra notizia sul telefilm. Tuttavia, oltre alle scarne informazioni reperibili su Wiki, non ho trovato nulla di interessante. Come al solito, in questi casi, la cosa migliore è rivolgersi alle fonti originali e poi, magari, confrontarle con l'edizione italiana.

"Keijiken Kāru" è incentrato sulle avventure della strana coppia formata dall'addestratrice poliziotta  Yōko e il suo pastore tedesco Black (Karl, nella versione giapponese). All'epoca dell'uscita del telefilm in Italia, affamato com'ero di Giappone, la serie mi intrigò parecchio.

"Superdog Black" ha un discreto ritmo narrativo e si basa su un plot studiato per generare facili emozioni. A rivederle con gli occhi di un adulto le puntate risultano talvolta stucchevoli, con poca suspense. Molti episodi sforano nell'eccessivo buonismo e la sceneggiatura sfrutta tutti i luoghi comuni del genere. La confezione di ogni episodio è quella che è, ma il ritmo scorre veloce e il momento che strappa un sorriso non manca mai. Con la sua impacciata innocenza, pur essendo un poliziesco, il telefilm non ha mai mostrato una vittima.



Il talento investigativo del cane lupo Black consente agli "imbranati" poliziotti umani la soluzione dei vari casi. Tutti poliziotti inetti a parte l'addestratrice Yōko, la quale nutre sempre la massima fiducia nelle doti del suo cane. Scena clou immancabile in ogni episodio è l'inseguimento finale dei malvagi di turno, inesorabilmente raggiunti e immobilizzati dal cane senza che possano reagire.

Dopo tutti questi anni pensavo di trovare qualche ovvia difficoltà a digerirlo, una cosa che mi è già successa con altri cartoni animati che all'epoca mi erano sembrati dei capolavori. Invece devo dire che tutte le puntate sono abbastanza gradevoli e si lasciano guardare. Insomma, "Superdog Black" intrattiene il giusto e risulta piacevole soprattutto per chi ha un debole per il Giappone. E poi ha ricevuto in dote il ritmo incalzante di una bella sigla dei Rocking Horse che ha lasciato il segno negli spettatori dell'epoca.

Il personaggio principale venne interpretato dall'idol Kinouchi Midori, all'epoca ventenne, la quale oltre a cantare (non che fosse intonatissima) si era già cimentata come attrice. Tra le altre cose, Midori interpretò anche il film di "Pat, la ragazza del baseball" ("Yakyūkyō no Uta").



Quel magico 1977 avrebbe potuto essere l'anno decisivo per fare il salto di qualità. Il taglietto corto, in un'epoca in cui molte giovani giapponesi preferivano la chioma lunga e liscia, unito a una recitazione maldestra ma spontanea, attirarono i telespettatori e rappresentarono i suoi punti di forza. Il singolo "Hashire, kaze no yō ni" ("Corri come il vento!"), tema portante della serie "Superdog Black", ebbe un discreto successo finché durò la serie.

Invece, nel 1978, a soli ventuno anni, Midori tenne una conferenza stampa dove comunicò la decisione di congedarsi dal mondo dello spettacolo. Pare che fosse rimasta scottata da una storia d'amore finita male con un bassista rock (il tizio era già sposato). Forse decise di lasciare proprio per evitare di finire alla mercé delle riviste scandalistiche. Sta di fatto che il suo improvviso ritiro mentre era all'apice della popolarità suscitò scalpore nel mondo delle idol e non solo.

Di "Superdog Black", nel 1981, tre anni dopo la conclusione della prima serie, realizzarono una discreta seconda tranche di 24 episodi intitolata "Keijiken Kāru 2" (mai arrivata in Italia), ovviamente con cani e attori diversi. Il ruolo dell'addestratrice protagonista toccò a Sakagami Miwa, un habitué delle serie poliziesche degli anni 80'.



Da dimenticare fu invece lo speciale televisivo del 1991, uno sceneggiato insulso di due ore che, pur potendo contare su uomini e mezzi migliori rispetto alle serie precendenti, lasciò poco spazio al cane poliziotto decretando così la sua condanna. Visti quei bassi ascolti, i produttori decisero di abbandonare a priori l'idea di sviluppare una terza serie.

Commenti